INTRODUZIONE
CON QUESTO STUDIO SI VUOLE DIMOSTRARE COME , CON L'OPPORTUNA METODOLOGIA
DI RICERCA, SIA POSSIBILE EFFETTUARE NUOVE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE
ATTRAVERSO IL TELERILEVAMENTO SATELLITARE E LO STUDIO
ARCHEOASTRONOMICO DEI POSSIBILI SITI RILEVATI. PER FaRLO SONO STATI
UTILIZZATI PARTICOLARI SOFTWARE DI INTELLIGENZA ARTIFICIALE E DI
SIMULAZIONE ASTRONOMICA.
NEL
DETTAGLIO HO PRESO COME OGGETTO DI STUDIO IL PROBABILE SITO ASCRIVIBILE ADDUN DUNUM CELTICO CHE PUO' RICONDURRE ALLA PRIMA FONDAZIONE DI CORTINA D'AMPEZZO E
NE HO STUDIATO L'ORIENTAMENTO ASTRONOMICO. NEL FARLO MI SONO ATTENUTO
RIGOROSAMENTE AL CRITERIO DI SCHAEFER. L'ANALISI ARCHEOASTRONOMICA DI
UN POTENZIALE SITO ARCHEOLOGICO ARSTRONOMICAMENTE SIGNIFICATIVO
INFATTI, DEVE ESSERE CONSISTENTE RISPETTANDO TRE DATI FONDAMENTALI:
LA CONSISTENZA ARCHEOLOGICA, LA CONSISTENZA ETNOGRAFICA E LA
CONSISTENZA ASTRONOMICA.
SECONDO
IL DIARIO PUBBLICATO POSTUMO DI LUIGI LAZZARIN(1891-1915) IN CUI SONO
TRASCRITTE INFORMAZIONI STORICHE OTTENUTE DALLO STUDIO DELLE NUMEROSE
PERGAMENE DELL'ARCHIVIO DI FAMIGLIA, NONCHE' DA ANTICHE PUBBLICAZIONI
LOCALI, I PRIMI ABITANTI DELLA VAL DI ZOLDO E DEL CADORE FURONO I
TAURISCI. IL MANOSCRITTO, SEBBENE IN MODO SUPERFICIALE, RIPORTA
QUANTO DOCUMENTATO QUALCHE SECOLO PRIMA DAGLI STORICI GIUSEPPE
CIANI(1793-1867) E GIORGIO PILONI FU ODORICO. IN PATICOLAR MODO IL
PILONI RIFERENDOSI ALLA PROVINCIA DI BELLUNO SRIVE"... gran
parte del territorio bellunese era dalli Norici habitato..."
MENTRE A RIGUARDO DELLO ZOLDANO AGGIUNGE "...e specialmente
Zaurnia Castello da loro edificato quale si chiama ora Zaudo...".
IL PRIMO DOCUMENTO CHE ATTESTA LA VAL DI ZOLDO E' UNA BOLLA PAPALE DI
LUCIO III° IN CUI IL NOME DELLA VAL DI ZOLDO VIENE ATTESTATO COME
ZAUDI ("Plebem Sancti Floriani de Zaudo cum capellis suis, et
comitatum ipsius cum jurisdictione et districto in pertinentiis
ipsius zaudi"). TALI RESOCONTI TROVANO RISCONTRO NEI REPERTI
RINVENUTI NEL CADORINO, SPECIALMENTE A LAGOLE E A VALLE DI CADORE
(quest’ultimo sito importantissimo per attinenze etnografiche con
lo zoldano), E CONSERVATI AL MUSEO ARCHEOLOGICO DI PIEVE DI CADORE. I
MANUFATTI PRESENTANO FATTURA NORICA E IN ALCUNI CASI INFLUENZA
RETICA. A RIGUARDO VORREI AGGIUNGERE UN DETTAGLIO MOLTO IMPORTANTE AI
FIN DELLA RICERCA STORICO ARCHEOLOGICA; FRA ZOLDANO ED AGORDINO VI
SONO DELLE INCISIONI CONFINARIE ROMANE SCOPERTE NEGLI ANNI 30 E SONO
DATABILI FRA IL I ED IL II SECOLO D.C. LE INCISIONI SI RIFERISCONO AL
CONFINE FRA IL MUNICIPIUM DI BELODUNUM E IULIUM CARNICUM: - FIN (es)
BEL (unatorum) IUL (iensium)-
CIO'
VA A CONFERMARE QUANTO EMERSO FINORA E SUGGERISCE L'IDEA CHE LA PARTE
ORIENTALE DELLA PROVINCIA DI BELLUNO FOSSE DI ORIGINE NORICA MENTRE
LA PARTE OCCIDENTALE FOSSE DI ORIGINE RETICA.
IL
TESSUTO ETNOGRAFICO DI CORTINA D'AMPEZZO
SECONDO IL MITO LA PRIMA FONDAZIONE DI CORTINA D'AMPEZZO VIENE RICONDOTTA ALLE FIGURE DI DONNA DINDIA E ZAN DE RAME CHE FONDANO UN PICCOLO INSEDIAMENTO PALIZZATO SULLE PENDICI DEL MONTE FALORIA. PIU' PRECISAMENTE NEI PRESSI DELLA CONTRADA DI MILJERA.
RILIEVO TOPOGRAFICO E SATELLITARE
ARRIVATO A QUESTO PUNTO, DOPO AVER PRESO VISIONE DELLE SCOPERTE ARCHEOLOGICHE
AVVENUTE ED AVER LETTO QUANTO RIPORTA IL MITO, E' POSSIBILE
PROCEDERE CON LO STUDIO VERO E PROPRIO ATTRAVERSO IL RILEVAMENTO
TOPOGRAFICO DEI SITI.
IL SITO PRESO IN ESAME
COORDINATE 46° 32'13.41"N 12°8'51.08"E
DIMENSIONE ASSI 391 E 294 MT
RAPPORTO ASSIALE: 391/294=1.33
il probabile primo insediamento di cortina d'ampezzo
ANALISI ASTRONOMICA DEL SITO
AZIMUT RILEVATI
57.2°
147.2°
237.2°
327.2°
EVENTI ASTRONOMICI RILEVATI
147.2° LEVATA ELIACA DI SHAULA AL SOLSTIZIO INVERNALE
237.2° TRAMONTO ELIACO DI SAIPH ALL'IMBOLG
IL SITO E' DATABILE AL 600 A.C. CON 2-3 SECOLI DI SCARTO