giovedì 1 dicembre 2016

I castelli della val di Zoldo

Circa un anno e mezzo fa, assieme all'amico Enrico Iaccino, ho intrapreso uno studio sui simboli presenti nelle chiese della Val di Zoldo. La natura esoterica di tali simboli(alcuni dei quali inusuali),la presenza, in epoca passata, di una chiesa ottagonale dedicata a San Giovanni(località San Giovanni, greto del Maè), di due chiese gemelle appartenute alla confraternita dei battuti(San Floriano x° secolo e la chiesa dell'addolorata 1200) e la leggenda di un castello di Ezzelino 3°da Romano ci hanno fatto pensare ad una presenza templare in val di Zoldo(fonti: Flavio Vizzuti Le chiese della foraina di Zoldo, Giovanni Angelini-Adriano Alpago Novella-Flavio Vizzuti La pieve di San Floriano in Zoldo).
Conferenze templari nello zoldano ( http://m.ilgazzettino.it/pay/articolo-1239643.html)hanno dato conferma a quanto asserito in precedenza e mi hanno spinto ad approfondire lo studio sui castelli dello zoldano.
Io conoscevo la leggenda del castello delle tre dame di castelaz(forse alliterazione  e storpiatura del termine Notredame) e la leggenda del Castello di Astragal legato alla presenza di Ezzelino 3° Da Romano( https://it.m.wikipedia.org/wiki/Astragal sezione storia), però utilizzando due libri della fondazione Angelini ( Oronimi Bellunesi pendici del monte Pelmo-Spiz Zuel e Oronimi bellunesi monte Punta -Fagarè-spz di Mezzodì), sono riuscito a documentare siti dove è possibile rinvenire tracce di castelli medievali;dico tracce, perché dopo la morte di Federico 2°e la scomunica di ezzelino 3°i suoi castelli sono stati rasi al suolo e la documentazione riguardante ad essi bruciata. Doveroso, come nota integrativa, documentare pure la torre della Gardona presente a castellavazzo nei pressi di Longarone( https://it.m.wikipedia.org/wiki/Castello_della_Gardona).
Vediamo in dettaglio gli oronimi riportati dai libri e la mia esplorazione del luogo castelaz.
Oronimi bellunesi pendici monte Pelmo-Spiz Zuel:
pagina 196 La rotonda delle dame
pagina 258 rù de gardonè
pagina 259 rù picol de gardonè
pagina 260 pale  de gardonè
Partendo dall'abitato di Costa si procede verso Sud-Est in direzione del  mas di Sabe; una volta raggiunto il maso s'imbocca la stradina che scende verso l'abitato di Iral per circa 300 metri trovando sulla sinistra un piccolo dosso. In questo punto sorgeva il villaggio medievale del mas de mez(andato totalmente distrutto) e, secondo la tradizione popolare, un piccolo castello. In tale sito vi è un piccolo colle di forma ovale ed ha le seguenti misure: lato minore di 50 metri, quello maggiore di 80 e l'altezza è di circa 10 metri dal punto più basso. Il colle  presenta un gradone a mezz'altezza ed una galleria alla base. Sempre secondo la tradizione la forma del colle è dovuta al continuo girare che le dame facevano attorno al castello(possibile ronda di guardia) e quando le dame apparivano sul pianoro del mas di sabe, le campane suonavano perla messa.  Si favoleggia che le dame avessero nascosto il loro tesoro in mezzo alla rotonda.
La presenza,nelle vicinanze, di oronimi che richiamano la torre della gardona da un'idea migliore di come doveva esser il castello.
Oronimi bellunesi monte Punta-Fagarè-Spiz di mezzodì:
pagina 105 roa da roman
pagina 120 col lariet
pagina 245 col de camin
1)Partendo dal paese di Astragal s'imbocca la strada militare del monte Punta fino a raggiungere la cima del col lariet(lariceto) dove la tradizione popolare pone l' ubicazione del castello-torre di ezzelino3°. La presenza nella zona del toponimo roa(burrone)da roman sembra confermare la leggenda. Nell'area si possono trovare piccoli accumuli di pietre squadrate a testimonianza di resti di mura abbattute e, una decina di metri più a nord, una piccola radura simile a quella presente alla rotonda delle dame. Secondo la tradizione popolare i sassi delle mura furono utilizzate per la costruzione di case ad Astragal. Infatti, imboccando il sentiero che dal paese porta all'abitato di villa si arriva in località masiera(le masiere erano degli accumuli di pietre da utilizzare a scopo costruttivo) dove non si può non notare un piccolo colle formato da pietrame squadrato simile a quello presente sul col lariet. Io ritengo che possano essere le pietre del castello. Da un punto di dal col lariet si possono controllare passo Duran, la strada che da Longarone conduce a Zoldo, l'abitato di pralongo,la rotonda delle dame, castelaz ed il col de camin.
2)Cito il Col de camin per ragioni logico strategiche. Partendo dall'abitato di Casal si sale in direzione pian di mosena, si raggiungono le rovine del tabià di caval(tabià=fienile) e si devia verso est. dopo un centinaio di metri scarso si raggiunge il col de camin , l'oronimo  è forse legato alla famiglia nobile ghibellina Da Camino presente in valle fra il 1200 ed il 1300( fonte: Val di Zoldo ricerche condotte da Cesare Lazzarin 1981).  Il colle è rotondeggiante, la sua altezza è di circa 10 metri e sulla sommità vi sono accumuli di pietre. la posizione del colle lo rende particolarmente adatto ad aver ospitato una piccola torre di vedetta in quanto da lì si possono controlloare il valico a nord di Zoppè di Cadore il passo Cibiana e gli angoli ciechi del col lariet.
3)Località Castelaz. Partendo dalla chiesa di Sant'Antonio di Forno di Zoldo si prende la strada che conduce al parco delle Dolomiti bellunesi fino a trovare una piccola casera sulla destra. Questo è il luogo dove, secondo la leggenda, sorgeva il castello delle tre dame di castelaz. Esplorando la zona ho rinvenuto accumuli di pietre, resti di mura su un'ampia superfice.
Conclusioni.
La disposizione strategica dei siti  risulta simile a quella dei castelli presenti in provincia bellunese. Ovvero piccole torri  e un castelllo messi in visibilità fra loro per poter comunicare a distanza con fuochi.
Coordinate dei siti:
Col de Camin 46°22'04"N 12°10''36"E
Col Lariet 46°21'38"N 12°09'39"E
Rotonda delle dame 46°22'43"N 12°08'28"E
Castelaz 46°20'05"N 12°09'52"E il muro e tracce di mura continua nel bosco fino a 46°20'18"N 12°09'59"E accumuli di pietre fino a 46°20'08"N 12°09'32"E

Dopo la segnalazione dell'amico Ianez Molin-Pradel devo fare una piccola aggiunta.
Nel libro note di storia zoldana di Luigi Lazzarin ci sono cose molto interessanti a riguardo la presenza di castelli nello zoldano e delle dame, due delle quali sepolte in una chiesa. Vediamo le note di tale libro.
1)Nota venti:Le dame di pezzè, località Goima, la chiesa di San Tiziano di Goima è stata costruita con fondi appartenuti alle dame, due di loro sono sepolti/e lì.
2)Nota 30: le dame dal pian dal for (zoppè)
3)nota 44(anno 1346):dame di palafavera, dame di castelaz,dame di saonè
4)Note 2 e 9: castello roman barec(colle.di Astragal).
Note 2, 9, 23, 39, 45: Castello Sommariva ubicato in zona di Col dal sech; in zona limitrofa alle chiese di San Floriano  e dell'addolorata. In tale zona vi è un piccolo colle cob una forma di tronco di cono che già  l'anno scorso aveva già catturato il mio interesse.
Uno studio più  attento del libro del mio avo Luigi Lazzarin fa emergere come questi fosse  in possesso di 115 pergamene autentiche...molte di esse rese illeggibili dopo essere state nacoste sotto terra nel1917 con la disfatta di Caporetto... che le nuove tecnologie possano restituirci i loro segreti?

martedì 2 agosto 2016

Paititi siamo vicini alla verità? Parte seconda


Qualche giorno fa mi ero cimentato nella ricerca del paititi ubicandolo nell'alto manu(http://archeoundergrownd.blogspot.it/2016/07/paititi-siamo-vicini-alla-verita-nuove.html?m=1) e, sebbene il sito presenti dati interessanti, non avevo tenuto conto che Blas Valera nel compilare la sua mappa, aveva segnato la presenza di tre città sullo stesso rio. Non trovando corrispondenze hp deciso di cercare altrove.
Colto da curiosità ho telerilevato il megantoni, dove l'archeologo Thierry Jamin sta conducendo le sue ricerche, ovvero la strana montagna quadrata. Nella mappa, Blas Valera, pone una città esattamente sulla confluenza; ed è proprio lì che ho cominciato 
a cercare, rilevando un quadrato alle coordinate di 12°07'49" S 72°17'35"O.(foto2e 3)
Spostandomi verso Est ho poi rilevato un quadrato, un cerchio ed una croce orientata est ovest nord sud  alle coordinate di 12°06'02"S 72°16'10"O(foto 4). Alla base di questa struttura, più in particolare dall'altra parte del rio, vi è una struttura rettangolare il cui lato maggiore è orientato nord sud coordinate 12°05'25"S 72°16'13"O( foto 5). Tale sito ricorda i disegni inca non solo per forma ma anche per orientamento astronomico. A mio avviso questo sito è la porta per raggiungere il paititi; infatti, seguendo l'affluente lì vicino sono giunto a rilevare due strutture rettangolari una alle coordinate di 12°06'25"S 72°15'17"O mentre l'altra  alle coordinate di 12°06'10"S 72°14'29" O.
continuando a seguire il rio  principale ho rilevato un quadrato alle coordinate d 12°11'31" S 72°09'33"O.(foto 6).
Continuando a risalire il rio si giunge ad una struttura, quadrangolare anch'essa,che  presenta "scalini"tanto  da apparire con terrazzamenti. coordinate 12°11'41"S 72°15'06" O.(foto 7). Alla base della struttura   se ne  può notare un'altra, coordinate 12°12'38"S 72°15'39"O (foto ); quest'ultima si allinea con il resoconto dell'anziano Celestino : il cammino  si snoda per alcune cime dove per avanzare puoi aiutarti con delle corde. Dopo circa quindici giorni potrai vedere delle montagne molto alte; una di queste ha cinque punte e proprio là, nei pressi di una grande cascata, troverai scale e rovine molto grandi, questa è la città più grande di tutte e noi la chiamiamo Pantiacolla. C'è anche un lago quadrato, si dice che lo abbiano fatto gli Inca.
In cima alla montagna si potrà notare un lago e, spostata leggermente verso sud ovest, una struttura quadrangolare; a mio  avviso questa è la corretta ubicazione della città perduta degli Inca, il Paititi(foto9)
Foto 10 ed 11 analisi alla mappa di Blas Valera.
NOTA BENE: tutte le coordinate sono state prese da earthexplorer

















la zona combacia perfettamente con la mappa di Blas Valera 
il disegno della città

il primo  dei  siti ascrivibili ad ospitare la città

una possibile cittadella pre-inca



Paititi
12°09'38.59"S
72°21'56.14"O


martedì 26 luglio 2016

Paititi siamo vicini alla verità? Parte prima

Seguendo passo passo i disegni e la mappa inerenti al paititi sono riuscito ad individuare un sito pababile per essere la città perduta degli inca alle coordinate di 12°27'52"S 71°45'10"O (earthexplorer).
Dalla mappa si evince come zona dove si cela il Paititi sia l'alto Manu, mentre ponendo particolare attenzione ai disegni che raffigurano la città perduta non si può non notare come la montagna che sovrasta il sito da me rilevato, sia identica a quanto riportato nei disegni.
Osservando meglio ancora il sito, si potrà vedere una croce allineata nord sud est ovest. L'allineamento verso est punta esattamente dove sorgono sole e lama (croce del sud + alpha centauri) come rappresentato dagli Inca...
La via per il paititi è dunque aperta?










come si può notare dall'altra parte del rio vi è una struttura rettangolare come nel disegno dei gesuiti

immagine ripulita

banda spettrale del verde 


 
A compendio di queste immagini satellitari ne aggiungo delle altre della zona. 
Più precisamente alle coordinate di  12,415260°S 71,770719°W dove si vede una grossa anomalia quadrangolare alle sorgenti del rio.

 
 
 
 

 
Dall'altra parte del rio sembrano esserci delle scale alle coordinate di  12°24'35.2"S 71°46'29.2"W: è possibile che conducano ad una citta perduta.

                                                             le probabili scale



                                                                           posizione della città